
Courtesy Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto.
Dovrai imparare a godere la bellezza di una ghiandaia e l’incanto inaccessibile dell’azzurro che ti svolazzerà davanti Rapire il profumo intenso della lavanda strusciando mani e corpo tra cespugli inebriati di sensualità Dovrai conoscere la solitudine. E accompagnarti all’ingegno, alla devota intelligenza, alla passione. Dovrai imparare a leggere, scrivere, e far di conto Divorare storie fino a farne ossessione e incessante fame Imparare il nome delle cose e il loro tremore Prenderti di te cura come il curato di campagna in un film in bianco e nero si premura delle anime, con ironia, benevolenza, gentilezza. Fermezza. Dovrai nutrire il condottiero mai dimentica del pianto e dello sgomento Non oscurare il desiderio, e non sentirne colpa Diffidare della cerimoniosità, delle speranze logore, delle dichiarazioni che tendono all’eterno Non cercare posto sicuro dove fissarti una volta per sempre Non temere la confusione popolosa della tua testa, di quelle tante io che sei, eremita e puttana, ubriachezza e castità, compostezza e alterazione La furia e le sue deviazioni Non ricoprire di disprezzo il tuo esser fatalmente madre Che sia accettazione dell’intraducibile tenerezza scritta sulla pelle di pesca del neonato portato al mondo o mescolamento del ventre quando guiderai un’idea lentamente al farsi allunga le mani e prendi quanto puoi della pienezza, grattala con le unghie, rubala e affondala in un posto solo tuo. Sii giovane come quei puledri che cadono al suolo ma continuano a provare ad alzarsi in piedi, sanguinanti e coperti di paglia, pronti a mettersi in viaggio. Coraggiosa Indossa un maglione smagliante e vai. Via andare. Perché solo da te dipenderà la salvezza.
Daniela Zangrando, estate 2020.
ad una giovane donna è dedicata a Francesco Fonassi.