
Alex Cecchetti, Le chevalier, table, 4 chairs enzo mari autorpogettazione, woodcut, prints, menu with poems, 2017, from “Tamam Shud” at Ujazdowski Castle, Warsaw. Photo: Pat Mic
Quando si incontra Monsieur Cecchetti spiccano i suoi occhi castani: guizzano, si illuminano, ridono. Il corpo tracima energia e le mani e la testa si muovono con foga, accompagnando le sue narrazioni. La voce, allo stesso tempo stentorea e melliflua, porta con sé influssi della sua esistenza nomade tra Italia, Francia e Inghilterra, in un prisma di lingue e di aggettivi, che prendono sfumature diverse in base al contesto linguistico in cui ci si trova. In questi anni Alex Cecchetti ha realizzato libri, sculture, collage, coreografie, performance, riviste, tarocchi…, ma continua a scartare ogni definizione e tentativo in ingabbiarlo in un genere o in uno stile.