La solidarietà al movimento Black Lives Matter, dopo l’uccisione di George Floyd da parte degli agenti di polizia di Minneapolis, si gioca per strada con cartelli e mascherine ma anche sugli schermi dei nostri smartphone. Legacy Russell vive a New York City, è attivista per i diritti delle persone QTPOCI+ (Queer & Trans, People of Color, Indigenous), lavora come curatrice allo Studio Museum di Harlem e ha scritto un libro, Glitch Feminism, uscito da poco per Verso. A giugno l’abbiamo contattata per parlare delle proteste esplose nella sua città e nel resto degli Stati Uniti, e per riflettere sul rapporto che collega il cyber femminismo, l’attivismo digitale e le tecnologie di sorveglianza. Caterina Riva per Rivista Studio, 2020
Potresti descrivere come stai vivendo questo momento da persona americana nera?
È un periodo devastante. Niente di quello che è successo è nuovo, in realtà, ma la confluenza di tutto ciò a cui abbiamo assistito sta portando a galla le storie problematiche e profondamente radicate che hanno gettato le basi per l’attuale condizione mondiale. Come parte della mia pratica quotidiana, continuo a lavorare per liberarmi, amare, celebrare l’importante lavoro degli altri e impegnarmi attivamente per fare spazio nella storia dell’arte per le persone QTPOCI+.
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